07/02/2017 di Luca Borneo

La Banda Bignardi di Monzuno e il crowdfunding: una perfetta armonia

Crowdfunding e musica sono un duetto capace di suonare sempre ottime melodie sul palco di Ideaginger.it. Il concerto, o la campagna a dir si voglia, di successo più recente è stato quello della Banda Bignardi di Monzuno, che grazie al supporto di 76 sostenitori, ha raccolto più di 4.300 euro per acquistare nuovi strumenti musicali da fornire gratuitamente agli studenti della propria scuola di musica.

Ecco come Alberto Marchi, Presidente della Banda, nonché mente e braccia della campagna di crowdfunding, ci ha raccontato questa avventura.

Prima di lanciare la vostra campagna avete svolto un lavoro preparatorio molto lungo. Su quali aspetti vi siete concentrati maggiormente?

Il lavoro preparatorio è stato molto importante. La nostra associazione era nuova a questo tipo di esperienza. Il primo impegno è stato proprio illustrare a tutti quanti le caratteristiche del crowdfunding ed in particolare le peculiarità della piattaforma Ideaginger.it, che conoscevo già, ma che il workshop cui ho partecipato presso Emil Banca, mi ha permesso di apprezzare a fondo. 

Al nostro interno ci siano allora confrontati su quale potesse essere il progetto migliore, più accattivante, più “esportabile”. Ne avevamo diversi, la nostra attività è molta variegata, ed alla fine la scelta è ricaduta sull’acquisto di strumenti musicali per la nostra Scuola di Musica. Un aspetto fondamentale per noi ed una caratteristica unica, quella di fornire gratuitamente ai nostri allievi, lo strumento che scelgono. Quindi ci siamo concentrati sull’obbiettivo che volevamo raggiungere, sulle ricompense che volevamo riconoscere ai nostri sostenitori. Poi siamo passati alla costruzione del progetto, ai testi, al messaggio che volevamo far arrivare, al video che doveva rappresentare e sintetizzare tutto questo. Un “lavorone” imponente e molto impegnativo, che per un gruppo numeroso come il nostro ha rappresentato un bell’investimento di tempo ed energie. E’ stata comunque una bellissima “avventura”, anche perché si è chiusa molto bene!

Hai seguito da solo ogni aspetto del progetto o hai potuto contare su una squadra? Come era composta il vostro ensemble per il crowdfunding?

Da solo avrei potuto combinare ben poco! Anzi, ad un certo punto il vero traino è stato il gruppo di lavoro che abbiamo creato all’interno della nostra associazione. Una squadra ben equilibrata e molto motivata, dove alla ponderazione ed alla  “calma” degli “anziani” come me, faceva da contrappeso l’entusiasmo e lo slancio di “sbarbatelli” molto in gamba. E’ una caratteristica peculiare della nostra associazione, per altro: persone di diverse generazioni (anche genitori e figli, in tanti casi) che lavorano insieme per il bene comune, per la salvaguardia di qualcosa che ci è stato “donato” e che noi abbiamo “l’obbligo morale” di lasciare a chi verrà dopo di noi. Un grande lavoro di equipe, quindi, dove ognuno ha avuto  il suo ruolo, definito e molto importante, che io mi sono limitato a “coordinare”. Come ho detto prima, a volte il lavoro degli altri è servito da stimolo e da pungolo anche a me. 

Quale è stato l’aspetto più divertente di questa esperienza? E quello più ostico?

L’aspetto più divertente, ma direi affascinate e carico di significato, è stata proprio la condivisione di ogni aspetto del progetto. Parlare e confrontarsi su tutte le idee e le considerazioni che il progetto faceva nascere nelle nostre menti (e nei nostri cuori) è stato fantastico. Sono venute cose sorprendenti, originali. Ognuno ha messo del suo con il sorriso e la voglia di fare.

Quello più ostico, ma direi “preoccupante”, il timore di non cogliere nel segno, di non fare, di non dire, di non comunicare le “cose giuste”. E quindi di “fallire”. Da questo punto di vista l’aiuto del Team di Ginger (a proposito, un enorme grazie, di tutto) ci ha molto confortato e tolto diversi “pensieri”!

Oltre i fondi raccolti, questa campagna di crowdfunding vi ha lasciato altro?

Di certo ci ha lasciato le positive vibrazioni del lavoro ben fatto e svolto insieme, l’aver condiviso queste emozioni con tutti i componenti della Associazione, ognuno dei quali, chi più chi meno come è normale che sia, si è speso perché l’obiettivo venisse raggiunto. Come dicevo, siamo abituati a lavorare in questo modo, è normale per una realtà che basa la sua esistenza sul volontariato e sul ricambio generazionale, ma questo progetto lo abbiamo vissuto tutti molto profondamente. Ogni giorno della campagna in diversi di noi andavano a controllare quotidianamente lo stato del contatore sul portale… anche più volte al giorno…

Chi sono stai i vostri sostenitori? Come siete riusciti a coinvolgerli?

I nostri sostenitori sono soprattutto i nostri “fans”. Lo dico con il sorriso sulle labbra, ma non è solo una battuta. La nostra attività musicale e concertistica è molto apprezzata e seguita. Molto di più di quello che noi stessi pensiamo, a volte. Ovviamente la parte del leone l’ha fatta lo “zoccolo duro” dei nostri amici, familiari e conoscenti, ma credo che siamo riusciti a coinvolgere anche il nostro pubblico “più lontano”. Lo abbiamo fatto con il passaparola, con i social network (nel nostro gruppo c’era chi aveva questo specifico compito), attraverso il nostro sito internet e con ogni altro mezzo “digitale e telematico” a nostra disposizione. La campagna si è svolta nel periodo natalizio, per noi fecondo di impegni e concerti. In ogni una di queste occasioni, molto partecipate ed apprezzate, abbiamo avuto modo di illustrare la campagna. In più poi, quest’anno, avevamo da presentare l’ultima nostra creatura, il disco di Natale “Magia di Natale”. Sembrerò esagerato, ma si è trattato davvero di un evento, molto atteso dai nostri abituali “ascoltatori”. Un altro lavoro importante e molto impegnativo, dal risultato artistico molto elevato. Davvero un bel prodotto, anche se capisco che posso apparire leggermente di parte… e che si è sposato benissimo con la campagna di raccolta fondi.

Pensi che in futuro potreste ricorrere nuovamente al crowdfunding? Per quale tipo di progetti?

A dire il vero ne stiamo già parlando! Idee e progetti non ci mancano, è una nostra cifra, siamo fatti così! Anche il 2017 si presenta un anno carico di impegni. Fare quadrare tutto è sempre più “complicato” e difficile, questo tipo di strumento ci sembra validissimo per sensibilizzare chi ci “vuole bene”. Ora non saprei dire per quale di queste iniziative possiamo rivolgerci ancora al crowdfunding, ma posso affermare con certezza, quasi fosse una “minaccia”, che il team di Ginger avrà ancora a che fare con la Banda Bignardi di Monzuno!

A tu per tu...