14/04/2022 di Luca Borneo

Un primo bilancio del convegno “Il crowdfunding al servizio del terzo settore” - In che modo la raccolta fondi online è sempre più strategica per il non profit?

Quando venerdì 8 aprile si sono conclusi i lavori del convegno Il crowdfunding al servizio del terzo settore, la sensazione chiara e inequivocabile che ho percepito dentro di me è stata quella di aver preso parte a un confronto che rappresenterà un momento di crescita per tutti gli attori del mondo della raccolta fondi, online e non solo.

Parto dai numeri, indicativi e utili per una prima lettura dei presupposti e dei risultati del convegno. Sono stati più di 400 i partecipanti, distribuiti tra i presenti nella meravigliosa sala di MUG - Magazzini Generativi, e le tantissime persone che hanno seguito l’evento in modalità webinar. Il convegno è durato quasi tre ore, per garantire il giusto spazio agli 8 relatori intervenuti e alle domande del pubblico, e la percentuale di connessioni simultanee è rimasta invariata e altissima per tutta la durata dei lavori. 

Credo che questo sia già un dato molto interessante, indicativo di almeno due circostanze. 

  • La prima è che i temi affrontati dal convegno sono diffusamente sentiti come urgenti da tutti gli attori della raccolta fondi online. Al convegno hanno partecipato organizzazioni non profit, più o meno strutturate, ma anche numerosi Centri di Servizio per il Volontariato da tutta Italia, fundraisers, rappresentanti di fondazioni, enti di ricerca e anche studenti. 
  • Ma il dato è anche indicativo del fatto che i relatori coinvolti hanno saputo rispondere agli interrogativi proposti dal convegno offrendo spunti, dati e prospettive utili e interessanti. Non posso quindi che ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti oltre a me: Agnese Agrizzi - Founder & CEO di Ginger Crowdfunding, Paolo Venturi - Direttore di AICCON & The FundRaising, Stefano Arduini - Direttore Vita.it &  Vita magazine, Stefano Vezzani - Direttore Fondazione Policlinico Sant'Orsola Onlus, Ivana Pais - Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Daniele Ravaglia - Direttore Generale Emil Banca e Natascia Astolfi - Consulente di fundraising & Responsabile Astolfi 15.70.

Il convegno è stato un tavolo di lavoro ideale attorno al quale riflettere e proporre soluzioni al dibattito nato sulle pagine del magazine del no profit Vita, partner dell’evento e rappresentato dal suo direttore Stefano Arduini. Con il suo intervento Arduini ha evidenziato come una delle sfide che il settore del crowdfunding deve affrontare, e che da sempre anche Ginger condivide, è quella di proporre campagne di raccolta fondi strutturate e capaci di valorizzare al meglio il ruolo dei donatori. Anche alla luce dell’aumento significativo dei progetti lanciati, anche da privati cittadini, in risposta all’emergenza sanitaria che ha caratterizzato gli ultimi due anni.

Per cominciare, le opportunità del crowdfunding in ambito sanitario 

Proprio a proposito di sanità, ho trovato molto stimolante l’analisi fatta da Stefano Vezzani, che ha vissuto in prima linea, con la Fondazione Sant’Orsola, come il crowdfunding abbia impattato sul settore sanitario durante i momenti di emergenza pandemica.

Perché se da un lato si è assistito a un’esplosione delle iniziative di raccolta fondi spontanee a supporto di ospedali ed enti sanitari, dall’altro la frequente assenza di qualsiasi filtro e supporto ai progettisti da parte di numerose piattaforme ha generato spesso difficoltà nella rendicontazione dei fondi, nonché fatto emergere una sostanziale impreparazione da parte degli stessi nel gestire i fondi raccolti e a comunicare con i donatori.

Allo stesso tempo però, dall’analisi di Vezzani è emerso chiaramente come quando l’approccio al crowdfunding sia stato invece meditato e consapevole, i risultati raggiunti siano stati straordinari: in termini di fondi raccolti, ma anche di cura della relazione con i donatori e di solidità dei progetti finanziati. Proprio come è stato nel caso di Arte dona vita, la campagna a favore del Policlinico Sant’Orsola pubblicata su Ideaginger.it dopo un costante confronto tra i progettisti e i campaign manager di Ginger. 

Ma devo confessare che ignoravo il dato secondo me più sorprendente tra quelli presentati da Stefano Vezzani. Un dato la cui portata trascende sicuramente l’ambito sanitario e si estende a tutto il mondo non profit. 

Presentando i risultati di Noi non ci fermiamo, la partnership sviluppata da Fondazione Sant’Orsola Onlus e Ginger per fornire alle associazioni di volontariato attive all’interno dell’ospedale l’opportunità di lanciare una campagna di crowdfunding con il supporto formativo e consulenziale di Ginger e il cofinanziamento della fondazione, è emerso come l’importo complessivo dei fondi raccolti, oltre 61.000 euro da 8 progetti, per quanto ragguardevole non sia il parametro più rilevante. 

O almeno, non lo è per me. 

Trovo infatti ancor più interessante la constatazione per cui 4 delle associazioni coinvolte nell’iniziativa, che prima del crowdfunding non praticavano da anni alcun tipo di attività di raccolta fondi, dopo la chiusura delle rispettive campagne abbiano continuato a raccogliere donazioni e l'abbiano fatto con risultati straordinari. 

Il crowdfunding come strumento di crescita del terzo settore 

Qui credo si trovi infatti uno degli elementi più interessanti emersi nel corso del convegno, nonché un aspetto cardine del lavoro di Ginger su cui puntiamo dal 2013. Ovvero la considerazione per cui il crowdfunding, se proposto e approcciato in modo consapevole, possa essere una leva di crescita per le organizzazioni del terzo settore la cui efficacia vada oltre i risultati ottenuti con una singola iniziativa. 

In che modo? Promuovendo la cultura del fare crowdfunding, senza dubbio come opportunità per acquisire le competenze pratiche utili per pianificare e promuovere una raccolta fondi online, ma anche come occasione per trasferire alle realtà non profit competenze e attitudini che possano aiutarle anche in un secondo momento. In ambito di progettazione, comunicazione digitale, lavoro di squadra e per obiettivi. 

Da questo punto di vista anche l’intervento di Daniele Ravaglia, Direttore Generale di Emil Banca, è stato illuminante. Emil Banca è il primo storico partner di Ginger, con il quale già dal 2015 collaboriamo mettendo al centro del lavoro dei percorsi di formazione al crowdfunding di almeno sei ore offerti dalla banca al territorio. Corsi di formazione che per modalità, contenuti e numero limitato dei partecipanti, sono a tutti gli effetti dei veri e propri laboratori di progettazione, dai quali sono nate le oltre 110 campagne di crowdfunding cofinanziate da Emil Banca

Uno sforzo culturale che, come ribadito da Ravaglia, sta producendo un risultato di primaria importanza per la banca, quello di costruire un terzo settore più forte e attrezzato per rispondere con prontezza alle sfide con cui è quotidianamente chiamato a confrontarsi. 

Ma anche da una prospettiva tecnica, come quella portata da Natascia Astolfi, consulente di fundraising & responsabile di Astolfi 15.70, è emerso come il crowdfunding sia anche un’ottima palestra per le organizzazioni non profit che si confrontano per la prima volta con la raccolta fondi. Sia come opportunità di crescita interna dello staff, che ha l’occasione di acquisire un metodo di lavoro pragmatico e per obiettivi, ma anche per sviluppare le relazioni esterne, imparando a comunicare il valore delle proprie attività e a coinvolgere le persone con la concretezza che solo una richiesta di donazione può avere.

In quale direzione proseguire? 

Come emerso dalle dalle ricerche presentate dalla Prof.ssa Ivana Pais, gli ultimi due anni hanno portato radicali cambiamenti nel mondo della raccolta fondi, anche e soprattutto a causa dei cambiamenti imposti dall’emergenza sanitaria. Il numero delle campagne di crowdfunding pubblicate è aumentato in modo esponenziale e di conseguenza il concetto stesso di crowdfunding è diventato molto più familiare, sia per i progettisti che per i donatori. 

Quali buone pratiche promuovere per proseguire su questa strada? Per sfruttare l’onda che si è messa in moto per rendere il crowdfunding uno strumento ancor più efficace per il terzo settore? Ricollegandomi alle intuizioni delineate dal Prof. Paolo Venturi durante il suo intervento, in che modo lavorare per valorizzare le potenzialità insite nel crowdfunding che vadano oltre l’acquisizione di nuove risorse? Quale strada percorrere per renderlo anche uno strumento di capacity building, policy making e innovazione sociale? Come sfruttarlo all’interno di nuove strategie di funding mix e come leva di coinvolgimento della comunità? 

Essere partner di ogni stakeholder 

Dal nostro punto di vista la risposta non può che trovarsi in un quotidiano lavoro fianco a fianco con tutti gli stakeholder coinvolti dal crowdfunding. Da sempre Ginger non è solo una piattaforma, ma una squadra di appassionati professionisti del crowdfunding che vuole entrare nel merito di ogni progetto a cui si dedica, diventandone partner attivo e condividendone i rischi

Sono convinto che non possa esserci crowdfunding efficace per il terzo settore senza un costante impegno nel formare i progettisti e aiutarli a sviluppare e gestire campagne di crowdfunding efficaci. Lavorando in questo modo ormai da dieci anni abbiamo messo nelle condizione i nostri progettisti di rendere Ideaginger.it la piattaforma di crowdfunding con il tasso di successo del 94%, il più alto in Italia. Di più, l’unica piattaforma di crowdfunding in Italia che pone al centro del proprio posizionamento sul mercato e della comunicazione il dato, quello sul tasso di successo, che le altre piattaforme non comunicano.

Solo in questo modo possiamo rendere il crowdfunding uno strumento utile per seminare anche cultura del dono, della rendicontazione, della trasparenza e dell’attenzione ai donatori. E solo in questo modo possiamo aiutare i partner istituzionali, come banche, università, fondazioni ed enti di ricerca, a utilizzare il crowdfunding come strumento realmente utile per costruire un terzo settore più forte. 

Il convegno è stata una tappa stimolante di questo percorso, un momento di crescita per tutto il settore e anche per Ginger. Di sicuro però non è la tappa finale. Da qui vogliamo infatti ripartire per migliorare ancora, per confrontarci con tutti i nostri partner per rendere ogni giorno di più il crowdfunding effettivamente al servizio del terzo settore.

Vuoi recuperare il convegno?

Qui sotto puoi seguire la registrazione integrale dei lavori.