04/01/2022 di Veronica Bacci Bonivento

Crowdfunding civico: il modello organizzativo di Top Metro Fa Bene

Top Metro Fa Bene è il programma promosso da Città Metropolitana di Torino e S-Nodi per sostenere e sviluppare progetti in grado di connettere enti pubblici, attori economici, singoli cittadini impegnati contro lo spreco alimentare. Attraverso un bando pubblico sono state selezionate 5 proposte legate ai temi della filiera alimentare, del cibo di qualità e della sostenibilità che sono ora online su Ideaginger.it.
Anche Ginger ha contribuito alla realizzazione di questa iniziativa, offrendo un percorso di accompagnamento e formazione con cui supportare i progettisti nello sviluppo delle proprie campagne di raccolta fondi online. 

Top Metro Fa Bene è uno dei tanti esempi di crowdfunding civico che facilita e promuove nuove occasioni di sperimentazione attraverso la partecipazione diretta dei cittadini, sia in fase progettuale che di finanziamento. In che modo? Ce lo racconta Alessia Zabatino, consulente di S-Nodi. 

Com’è nata l’idea Top Metro Fa Bene e quali sono gli obiettivi del progetto? 

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Città Metropolitana di Torino e S-Nodi come risposta al Bando Periferie, un programma sperimentale del governo che promuove la rigenerazione e la sicurezza delle periferie in Italia. Nello specifico S-Nodi accompagna le comunità locali a sviluppare economia sociale e solidale su misura del proprio territorio, attraverso percorsi di capacity building e mentorship personalizzati. 
Il programma è operativo da circa un anno e al momento coinvolge 5 enti del terzo settore di altrettanti comuni della Città Metropolitana di Torino (Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Rivoli e Venaria Reale) con l’obiettivo di favorire processi di inclusione sociale e lavorativa di persone in condizioni di fragilità, a partire da interventi legati alla filiera alimentare. 

Ci spieghi perché, insieme alla Città Metropolitana di Torino, avete scelto di puntare su questo strumento? 

Gli elementi che ci hanno spinti a scegliere il crowdfunding sono principalmente due: da un lato il crowdfunding dà la possibilità di rafforzare esperienze già in corso, dall’altro contribuisce ad ampliare i canali di partecipazione permettendo all’intera comunità di essere parte attiva di un processo collettivo che promuove la riuscita dei progetti. 

Abbiamo scelto di utilizzare il crowdfunding quando abbiamo capito che il tema della lotta allo spreco alimentare e del sostegno verso i soggetti più deboli godeva di una forte condivisione di intenti e di approccio da parte del territorio. Per noi era lo strumento più adatto per concretizzare il volere della comunità, investendo risorse a sostegno di progetti specifici, vicini ai desideri dei cittadini e delle cittadine. Allo stesso tempo abbiamo voluto puntare su uno strumento flessibile e concreto, con cui sostenere le organizzazioni coinvolte da diversi punti di vista: sia per acquisire beni materiali con cui potenziare le attività svolte sui territori, ma anche per dare continuità alla loro presenza territoriale.
 

Pensando alle quattro campagne lanciate su Ideaginger.it dalle varie organizzazioni, che si sono avvicinate per la prima volta al crowdfunding, ritieni che il programma abbia intensificato qualche aspetto specifico del loro percorso progettuale? 

Sicuramente il crowdfunding ha aiutato i progettisti a rafforzare processi già in essere, ma è stato anche uno stimolo per mettersi ulteriormente in gioco e provare a fare un salto di qualità con cui ampliare la propria offerta progettuale. 
Senza dubbio ha favorito il dialogo, oltre che una piacevole condivisione di idee ed obiettivi tra soggetti diversi: non solo tra le singole organizzazioni, S-Nodi e la Città Metropolitana di Torino, ma anche tra gli stessi progettisti e la propria rete di contatti. Con crowdfunding si è creata e consolidata una rete di relazioni tra organizzazioni che, in territori diversi, si stanno impegnando su obiettivi simili, rafforzando nel complesso l’intero sistema territoriale

A proposito della maturazione che hanno fatto i progettisti, pensi che il percorso di formazione al crowdfunding possa tornare utile in futuro, come investimento in competenze? 

Ne siamo convinti, anzi direi che è il motivo per cui abbiamo scelto di arrivare alle campagne partendo da un percorso di formazione. Il contributo che S-Nodi e la Città Metropolitana di Torino hanno dato alle organizzazioni coinvolte non si limita al solo sostegno economico o operativo, ma abbiamo voluto offrire dei percorsi mirati per permettere ai progettisti di rafforzare le proprie competenze interne. Nello specifico, la formazione al crowdfunding è stata pensata proprio come una risorsa che possa essere spendibile anche nel lungo periodo e su diverse attività, oltre che a diversi livelli di progettualità. 

In particolare credo che il crowdfunding abbia portato i progettisti a valorizzare l’elemento narrativo del loro percorso, che non sempre è prioritario in questi contesti, dove ci sono urgenze operative molto più impellenti. Uscendo dalla propria “comfort zone” i progettisti hanno imparato a raccontarsi in modo chiaro, sintetico ed efficace. Questo fermarsi a raccontare il proprio lavoro, la propria realtà per raccogliere il sostegno della territorio è stato per loro un momento molto formativo. Non abbiamo dubbi che ne trarranno vantaggio anche in futuro. 

Secondo quella che è l’esperienza che avete maturato fino ad ora, per una Pubblica Amministrazione quali possono essere i benefici del crowdfunding civico nel portare avanti progetti come quelli che sono al centro di Top Metro Fa Bene? 

È una risorsa preziosa per indagare e comprendere esigenze e desideri latenti a livello territoriale, che in alcuni casi è proprio difficile far emergere. Grazie a questo strumento una PA riesce a capire, in un periodo di tempo molto limitato, quanto quelle esigenze e quei desideri siano poi condivisi dalla comunità locale. Inoltre, il crowdfunding civico permette di valorizzare esperienze già avviate da vari enti o organizzazioni, che per natura o per scala territoriale a volte ridotta non riescono a trovare le risorse specifiche per continuare a svolgere le proprie attività. 

Penso che per una Pubblica Amministrazione sia interessante disporre di uno strumento economicamente molto sostenibile, che permette di condividere con l’intera cittadinanza il rischio dell’intervento, ma allo stesso tempo fornisce un riscontro immediato su quanto uno specifico progetto, un’attività o un’iniziativa sia utile, condivisa e abbia ricadute positive su tutta la comunità.

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