07/05/2014 di ZEPLED

Crowdfunding civico? Sì, grazie.

La cura del proprio patrimonio urbanistico sta diventando, per molti enti locali, una missione sempre più complessa. Le risorse a disposizione non sono tante, mentre i beni che necessitano di interventi di restauro o di recupero sono numerosi. Nel tentativo di trovare innovative e efficaci risposte a tale problematica, alcune amministrazioni locali hanno cominciato a cimentarsi con dei progetti di crowdfunding civico.

Ma cosa si intende per crowdfunding civico? Quali sono i suoi punti di forza? Quali, invece, le difficoltà che si possono incontrare nel corso di una campagna di tal natura? GINGER, che ha sempre a cuore la chiarezza e l’informazione dei gingerini, prova così a fare un po’ il punto. Attraverso un’iniziativa di crowdfunding civico, un’amministrazione locale può dare vita a una nuova forma di collaborazione tra pubblico e privato, con l’obiettivo di reperire le risorse necessarie alla realizzazione di un progetto di interesse pubblico. Come vedremo meglio a breve, uno dei benefici che un ente locale può trarre dal ricorso al crowdfunding, ovviamente in aggiunta alla disponibilità di nuove risorse finanziarie, è il miglioramento della coesione e della partecipazione della cittadinanza nella cura dei beni comuni. Inutile sottolineare però come, sebbene il crowdfunding civico sia uno strumento dalle enormi potenzialità, sia sbagliato considerarlo come la panacea ad ogni problema. Affinché un progetto abbia delle concrete possibilità di concludersi con successo, è infatti necessario che sia strutturato rispettando alcuni requisiti essenziali.

Vediamo più da vicino quali sono. In primis, è di fondamentale importanza individuare il progetto urbanistico più adatto per essere finanziato tramite il crowdfunding; non tutti i monumenti possono essere restaurati con il crowdfunding, non tutte le opere pubbliche possono essere così realizzate. Prendendo come esempio il restauro di un’opera di rilevanza artistica, un’iniziativa di crowdfunding dovrebbe riguardare un bene fortemente sentito e conosciuto dalla cittadinanza e, se possibile, anche al di fuori delle mura cittadine. Il motivo è presto detto; il crowdfunding si nutre del coinvolgimento e della passione dei sostenitori, che devono quindi sentirsi partecipi della realizzazione di un progetto che hanno veramente a cuore. È di conseguenza evidente che un bene artistico che, per quanto sia di pregevole fattura, sia conosciuto solamente a pochi, difficilmente troverà una crowd pronta a correre in suo soccorso.


A tal proposito, un progetto intrapreso e concluso con successo da Palazzo Madama, ha fatto scuola. Obiettivo del museo torinese era trovare le risorse necessarie - 80.000 € - per acquisire un servizio in porcellana originariamente appartenente alla famiglia d'Azeglio. Grazie al crowdfunding Palazzo Madama è riuscito a coinvolgere nel progetto talmente tanti sostenitori, che le donazioni raccolte tramite il web hanno superato l’obiettivo iniziale, oltrepassando quota 89.000 €.

Altro elemento da tenere in considerazione è che un progetto di crowdfunding civico non è solamente una raccolta fondi affidata al web; cominciare un progetto partendo da una simile convinzione è il primo passo verso un probabile fallimento. Nel momento in cui un’amministrazione pubblica ricorre al crowdfunding, deve essere consapevole che, senza un’imponente attività di coinvolgimento della cittadinanza e di promozione dell’iniziativa, i fondi raccolti saranno ben pochi. Una campagna di crowdfunding civico deve infatti essere vista e vissuta da un ente locale come un volano per promuovere a 360° il bene per la cui tutela si è rivolto alla folla. Sollecitare tutti i protagonisti della vita cittadina a promuovere, in ogni modo possibile, un’iniziativa di crowdfunding civico, può essere un’occasione unica per una pubblica amministrazione per riunire tutti i componenti della società attorno a un obiettivo comune: imprese, cittadini, amministrazioni pubbliche e associazioni unite per uno scopo condiviso.


Quanto detto in precedenza non è frutto di astratte teorie, ma parte di quello che GINGER ha imparato nel corso della gestione di Un passo per San Luca, il più significativo caso di crowdfunding civico attualmente attivo in Italia. Proprio per la rilevanza del progetto, che ha come obiettivo il restauro, a Bologna, di parte del portico di San Luca, ovvero il portico più lungo al mondo, Un passo per San Luca può essere preso come modello di riferimento di crowdfunding civico, inteso come alleanza tra pubblico e privato per la cura del patrimonio artistico di una città. Il progetto è infatti promosso dal Comune di Bologna e dal Comitato per il restauro del portico di San Luca, mentre la sua gestione è interamente curata da GINGER. Qualche cifra per cominciare. La campagna di crowdfunding civico è cominciata ufficialmente il 28 ottobre 2013, con l’obiettivo di raccogliere 300.000 €, necessari all’apertura di tre differenti cantieri di restauro del portico.

Allo stato attuale, la campagna è infatti ancora in corso, sono stati raccolti oltre 152.000 €, grazie alle donazioni di quasi 1.300 sostenitori. Con le risorse finora raccolte è già stato possibile avviare il primo dei cantieri di restauro previsti, mentre i successivi cantieri saranno aperti quando saranno disponibili ulteriori risorse.


Uno degli elementi di maggior interesse, che sta emergendo in modo sempre più preponderante con il trascorrere di ogni giorno di campagna, è come l’iniziativa di crowdfunding civico sia riuscita a costruire attorno al portico di San Luca, simbolo molto a cuore agli abitanti di Bologna, una comunità variegata, ma allo stesso tempo coesa, di sostenitori. Un passo per San Luca è stato come una sorta di scintilla, capace di incendiare la voglia di prendersi cura della propria città, insita in tanti protagonisti della società bolognese. In Un passo per San Luca, privati cittadini, enti pubblici, imprese, associazioni e ordini professionali, hanno trovato uno strumento utile per unire le proprie energie, con il fine di tagliare un traguardo comune.

Altro aspetto di rilievo di Un passo per San Luca, è stata la dimostrazione di come il crowdfunding civico sia anche un potentissimo strumento di storytelling collettivo. Attraverso la piattaforma di Un passo per San Luca è stato possibile, non solo narrare le vicende storiche legate al portico, ma anche i progressi compiuti dal progetto e dare spazio ai diversi contributi giunti a sostegno dell’iniziativa, tra cui l'invasione di colorate rane Cracking Art!


Ultima considerazione, ma non per questo meno importante, riguarda la circostanza per cui Un passo per San Luca abbia dimostrato come un progetto di crowdfunding civico non possa essere relegato alla sola dimensione online, ma debba essere portato fisicamente all’interno della città. Incontrando persone e parlando con loro diventa possibile, non solo raccontare al meglio l’iniziativa, ma anche raccogliere alcuni peculiari contributi, e non sono pochi, che mai potrebbero essere raccolti online. Commercianti, associazioni, scuole e imprese possono partecipare in modo significativo a un progetto di crowdfunding civico, spesso però il loro sostegno stenterebbe a esprimesi esclusivamente sulla rete.

Quali prospettive, dunque, per il futuro? Appare probabile che Il crowdfunding civico sia destinato a trovare uno spazio crescente nel prossimo futuro. La necessità di reperire nuove risorse finanziarie, unita alla volontà di rinsaldare i legami sociali all’interno della comunità urbana, potrebbero incoraggiare numerose amministrazioni locali a percorrere la via del crowdfunding. Che risposta fornire a tale possibile diffusione più capillare del crowdfunding civico? Noi di GINGER siamo proprio al lavoro su questo, qualcosa di nuovo è già in cantiere e presto vedrà la luce. La soluzione che proporremo sarà strutturata tenendo conto dell’esperienza sul campo che stiamo maturando dalla gestione di Un passo per San Luca. GINGER reloaded sta arrivando… tra poco ne vedrete delle belle!


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