Nel campo della ricerca scientifica ottenere finanziamenti adeguati è sempre più difficile, soprattutto in Italia, dove la spesa pubblica destinata a tal fine si attesta ormai da anni intorno a percentuali irrisorie. Il mondo della ricerca, che passa perlopiù inosservato agli occhi dei grandi finanziatori, potrebbe però trovare una soluzione nel crowdfunding.
È quello in cui credono l’Università degli Studi di Torino e Ginger Crowdfunding che hanno deciso di unire le forze e usare strumenti digitali innovativi per reperire nuovi fondi a sostegno dei ricercatori.
Nasce così Funds TOgether, il primo esperimento di finanziamento alternativo della ricerca promosso da Unito: un progetto che mira a valorizzare attraverso il crowdfunding giovani ricercatori e temi di ricerca emergenti, sensibilizzando il territorio al fine di avvicinare sempre di più la comunità alla cultura scientifica. Vuoi scoprire come funziona?
Quello del crowdfunding in ambito accademico è un tema giovane che offre opportunità ancora inesplorate per un settore che ha fortemente bisogno di coltivare la propria predisposizione al fundraising.
Il primo obiettivo di Funds TOgether, infatti, è stato di offrire ai ricercatori l’opportunità di acquisire competenze ed esperienze nuove in tema di raccolta fondi.
Con Funds TOgether, poi, il crowdfunding si mette al servizio della ricerca scientifica, non solo come strumento di finanziamento, ma anche come opportunità per favorire l’apertura della scienza al territorio e generare nuove sinergie tra università, società civile, istituzioni e realtà produttive.
Dopo che l’Ateneo ha individuato 13 team di ricerca, selezionati seguendo il criterio del potenziale partecipativo dei progetti, ha offerto loro la possibilità di seguire un percorso di formazione e accompagnamento al crowdfunding curato da Ginger.
Ricercatori e ricercatrici hanno affinato le proprie competenze e la consapevolezza necessaria per realizzare una campagna di crowdfunding di successo e capace di convincere la comunità.
Dopo un’attenta valutazione, insieme all'Università abbiamo individuato tre progetti vincitori e i rispettivi team di lavoro hanno potuto contare sul continuo supporto dei nostri Campaign Manager.
Abbiamo aiutato ciascuna squadra a individuare un’efficace strategia di fundraising; in poche settimane, lavorando fianco a fianco, sono stati sviluppati dei piani di comunicazione personalizzati capaci di dare risalto a tutti gli elementi distintivi di ciascun progetto.
I progettisti hanno dovuto lavorare sodo. E ora sono pronti e carichi per dare slancio alle proprie campagne e affrontare l’esame più importante: l’incontro con la comunità.
I progettisti dovranno affrontare la sfida più impegnativa (ma anche la più divertente!) del crowdfunding: riuscire a catturare l’attenzione del proprio pubblico di riferimento, coinvolgendolo grazie a una narrazione appassionata, che sia comprensibile e accattivante anche per i “non addetti ai lavori”.
Trattandosi di campagne O tutto o niente i team riceveranno il finanziamento raccolto con il crowdfunding solo se riusciranno a raggiungere l’obiettivo prefissato.
Ma non solo, al raggiungimento dell’obiettivo l’Università di Torino raddoppierà i fondi raccolti da ciascun progetto di ricerca fino a un massimo di 10.000 euro.
Così facendo l’Università amplificherà la portata delle campagne: da un lato premiando l’impegno dei progettisti che sapranno tagliare il traguardo, dall’altro ascoltando il volere della comunità e moltiplicandone il supporto economico.
Con Funds TOgether, UniTo ha individuato nel crowdfunding un’opportunità per avvicinare il mondo della ricerca ai cittadini, raccontando progetti strutturati e le storie dei ricercatori che vi lavorano, e per dare risposta ai bisogni del territorio attraverso un processo partecipativo dai risultati tangibili.
I principali benefici di questo metodo di finanziamento alternativo sono innumerevoli, ma 3 aspetti emergono in maniera più netta rispetto agli altri. Nello specifico il progetto permette di:
Non c’è dubbio che il crowdfunding rappresenti una possibilità per avviare un cammino in grado di aprire nuove prospettive per la ricerca pubblica: l’Università di Torino ha saputo cogliere al volo questa opportunità.