23/10/2018 di Luca Borneo

Il percorso di SottoSale: da corso di formazione a campagna di civic crowdfunding

SottoSale, la campagna di crowdfunding dell’Ecomuseo del Sale e del Mare di Cervia, è un perfetto esempio di come la pubblica amministrazione possa sfruttare le potenzialità di tale strumento di raccolta fondi. Per reperire nuove risorse economiche certo, ma anche per coinvolgere la comunità territoriale e investire nella formazione dei propri cittadini. In che modo? Ve lo raccontiamo insieme a Giorgia Cecchi, responsabile Coordinamento Ecomuseo del Sale e del Mare del Comune di Cervia.

Il vostro progetto è nato molto prima dell’inizio della raccolta fondi, con un percorso di formazione al crowdfunding dedicato ai facilitatori dell’Ecomuseo. Perché avete deciso di investire nella formazione dei vostri volontari?

L’Ecomuseo del Sale e del Mare nasce come realtà co-partecipata del Comune di Cervia, realtà locali (tra Associazioni culturali e imprenditoriali) ed i liberi cittadini con un Comitato di Gestione che ogni hanno delinea i programmi da seguire.Dal 2015 ogni inverno viene finanziato un corso per facilitatori volontari ecomuseali che permette di creare una rete di volontari formati, in grado di diffondere  l’esigenza comune di tutelare il nostro patrimonio culturale tangibile ed intangibile: dai paesaggi, alle tradizioni, ai racconti e molto altro ancora.

L’Ecomuseo infatti ha sempre sostenuto la necessità del coinvolgimento di tutta la cittadinanza come veicolo di diffusione culturale. A fronte di questo ben si inseriva SottoSale , il nostro progetto di crowdfunding, che ha permesso di coinvolgere tante persone decise a rendere più bello e sicuro un sottopassaggio che tuttora rappresenta l’unica alternativa all'auto per raggiungere la Salina di Cervia e poter godere delle sue meraviglie paesaggistiche.


Gli incontri di formazione sono stati anche l’occasione per co-progettare la campagna di crowdfunding. Coinvolgendo i facilitatori dell’Ecomuseo avete deciso obiettivo, nome, ricompense e tempistiche del vostro progetto. Quale è stato il valore aggiunto di questa scelta strategica?

Gli incontri hanno permesso di lavorare insieme e, insieme, decidere le strategie da utilizzare; questo ha fatto in modo che il gruppo di lavoro si sentisse coinvolto attivamente permettendo, nel contempo, di proporre il progetto di crowdfunding ad amici, partenti e conoscenti con maggiore consapevolezza e coinvolgimento personale.

Alla fine avete puntato a rigenerare con l’arte il sottopasso pedonale che collega Cervia alla salina, il luogo che ne rappresenta l’anima, raccogliendo 3.776 euro, a fronte di un obiettivo iniziale di 3.000 euro, grazie al sostegno di 162 donatori. In che modo siete riusciti a coinvolgere nell'iniziativa i cittadini ma anche tante realtà produttive e culturali del territorio?

Abbiamo utilizzato varie strategie. Grazie anche alle idee innovative portate dal Servizio Civile Volontario abbiamo utilizzato i social network che hanno permesso il coinvolgimento di un pubblico giovane, abbiamo organizzato eventi per raccogliere i fondi direttamente, ci siamo inseriti in grosse manifestazioni organizzate dal Comune di Cervia, come nel caso dell’Ironman, per farci conoscere, non solo nell'ambito di una raccolta fondi ma come realtà cittadina ben precisa. 

Le associazioni economiche locali hanno, in gran parte, partecipato con piacere al progetto, spesso proponendo idee innovative e alternative. Dobbiamo inoltre dire che un grosso aiuto, in termini economici, è arrivato proprio da questo canale.

Oltre ai fondi raccolti, quali risorse lascia in dote all’Ecomuseo questa esperienza?

La necessità ora di fidelizzare i nostri sostenitori e lavorare insieme per portare a termine il progetto.

Quali pensi siano le potenzialità del crowdfunding per la pubblica amministrazione e in modo particolare per istituzioni culturali simili all’Ecomuseo? 

Senza dubbio l’esperienza GINGER ci ha insegnato un nuovo modo di collaborazione attiva tra i cittadini ed anche i  numerosi turisti che annualmente affollano la nostra zona. Ci siamo accorti quindi che, oltre a raggiungere e superare l’obiettivo economico prefissato, la campagna è diventata veicolo informativo e ci ha dato l’opportunità di crescere e di farci conoscere da tante persone. Avevamo infatti bisogno di far capire a quante più persone la differenza tra un museo in cui vi è una tangibile porta di ingresso, pareti entro cui muoversi e collezioni bene in mostra ed un ecomuseo, in cui tutta la città, i suoi abitanti, con i loro saperi ed i loro ricordi diventano beni culturali essi stessi. Molte persone hanno trovato straordinario il lavoro portato avanti dall’Ecomuseo di Cervia in questi anni. 



A tu per tu...